Pablo Picasso
Pablo Ruiz Picasso (Malaga 1881 – Mougins 1973) riceve una formazione artistica tra Madrid e Barcellona, dove frequenta artisti e letterati presso il Café Els Qautre Gats. Nel 1900 è già a Parigi, dove si trasferisce l’anno successivo. Vive e frequenta la bohéme parigina e realizza le sue prime opere. La produzione giovanile di Picasso è classificabile attraverso due periodi: blu e rosa. Fonde classicismo accademico, gli influssi della grande pittura spagnola (da Goya a Velazquez) e il simbolismo di Puvis de Chavannes e di Gauguin. Dal 1901 al 1904 i toni dei suoi dipinti sono freddi, malinconici, sulla scala cromatica del blu. Nel 1905 i colori diventano più caldi e i personaggi si caricano di maggior espressività. Protagonisti del periodo rosa sono i saltimbanchi, acrobati, artisti circensi, che dal Romanticismo in avanti sono simbolo di una vita misera, isolata, emarginata. Il 1907 è un anno di svolta, si coglie nelle sue opere la forte influenza delle composizioni cézanniane. È l’anno delle celebri “Demoiselles d’Avignon”, opera che lo consacra come nuovo capofila dell’avanguardia artistica. Risale al 1909 il fondamentale sodalizio con Georges Braque. Dal continuo confronto tra i due scaturiscono le teorie che stanno alla base del cosiddetto “Cubismo analitico”, che prevede la scomposizione visiva di ogni unità: gli oggetti vengono rappresentati come se fossero osservati contemporaneamente da più punti di vista, fino al limite dell’astrazione. La seconda fase è quella del “Cubismo sintetico”: le forme si ricompattano e si caratterizzano per l’estrema essenzialità. Piani che si sovrappongono, superfici bidimensionali, composizioni geometriche, stesure uniformi, campiture piatte. Nel cubismo sintetico, la tecnica più utilizzata è quella del collage. Negli anni successivi Picasso arriverà a integrare nelle sue opere anche oggetti tridimensionali (Assemblages). La prima guerra mondiale interrompe la bohéme parigina; al termine del conflitto Picasso segue il balletto russo di Diaghilev, col quale collabora alle scenografie e ai costumi, in Italia. L’influenza dell’arte antica e rinascimentale riporta Picasso ad avvicinarsi alle suggestioni del periodo rosa. Le opere di questi anni sono velate di malinconico romanticismo e le forme sono più compatte e classiche. Da questo momento in poi, la sua fama e le sue fortune commerciali lo rendono più libero di realizzare opere seguendo il proprio istinto, allontanandosi e riavvicinandosi a piacimento alle tecniche che l’hanno reso celebre. Oscilla infatti tra un classicismo quasi monumentale, ricadute cubiste, tentazioni surrealiste e sperimentazioni avanguardistiche. Il 1937 è l’anno di “Guernica”, tela di dimensioni mastodontiche che rappresenta gli orrori della guerra, con la quale partecipa all’Esposizione Universale di Parigi. Nel secondo dopoguerra, superato il periodo in cui i regimi fascisti avevano declassato la sua arte considerandola “degenarata” (destino di tutte le Avanguardie novecentesche), vive nel Sud della Francia e si avvicina al Partito Comunista. Considerato universalmente padre di tutte le Avanguardie, la sua arte influenzerà il pensiero, la tecnica, il modo di concepire l’arte, di tutte le generazioni successive.